Reperti

Corredo di Patriga (t. 80)

Nell’area cimiteriale orientale di Columbaris fra le 157 sepolture rinvenute vi è la tomba alla cappuccina n. 80 (fig. 1), ubicata nel settore IV, 2. Tale sepoltura ospitava una giovane nobildonna di nome Patriga. Al suo interno fu collocato con attenzione un corredo costituito da una fibula, un ago crinale (fig. 2), una coppa e un balsamario.

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Fig. 1 - Tomba alla cappuccina n. 80 (da Cornus I.1, p. 145).
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Fig. 2 - Fibbia e ago crinale rinvenuti all’interno della T. 80 (da PANI ERMINI, ZUCCA 1989, p. 264, fig. 26).


La fibula è stata rinvenuta all’altezza delle clavicole della defunta in quanto utilizzata per fermare il mantello con cui era abbigliata: mostra un bordo perlinato, una fascia con piccoli triangoli e l’umbone centrale a bottone (fig. 3). La spilla è in argento, mentre l’ardiglione è in bronzo. Tale manufatto, databile al VI-VII secolo, rappresenta un tipico oggetto dell’abbigliamento romano-bizantino e in Sardegna ne sono stati rinvenuti altri tre esemplari (fig. 4).

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Fig. 3 - Fronte (a) e retro (b) della fibula a disco della T. 80 (foto di N. MONARI- RA_00046758/R.A.S.).
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Fig. 4 - Fibula in oro da Dolianova (da PANI ERMINI, ZUCCA 1989, p. 269, fig. 34).

La sepoltura dà l’opportunità di conoscere aspetti del costume altomedievale (cfr. figg. 10-11) per la presenza sotto la nuca di Patriga di resti di alcuni fili d'argento, forse pertinenti ad un cuscino dal tessuto prezioso su cui doveva poggiare il capo, o ancor più probabilmente riferibili ad una reticella a sostegno dell’acconciatura della giovane. Inoltre fra i suoi capelli doveva esservi un ago crinale in argento (figg. 5-6), rinvenuto sotto la mandibola. Sulla parte mediana dello spillone compare l'iscrizione Patriga / Femina / Honesta con una serie di motivi decorativi incisi. Da tale elogio, espresso forse dal coniuge, si desume il probabile nome della defunta (fig. 5). Il manufatto può essere ricondotto ad un’età compresa tra VI e VII secolo.

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Fig. 5 - Ago crinale con iscrizione “Patriga” (foto di N. MONARI- RA_00046759/R.A.S.).
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Fig. 6 - Riproduzione grafica delle tre facce con iscrizione dell’ago crinale dalla T. 80 (da CUGLIERI I, tav CIII, n. 133).

Dalla terra di riempimento della tomba provengono una coppa in ceramica sigillata africana D (fine IV-V secolo; cfr. fig. 7) e un balsamario vitreo (III-IV d.C., cfr. figg. 8-9). Gli unguentari vitrei venivano utilizzati per contenere profumi e balsami da usare durante il rito funerario: nell’area cimiteriale orientale ne sono stati rinvenuti svariati frammenti (per le forme cfr. figg. 8-9). Per quanto riguarda il corredo è bene distinguere fra quello funerario vero e proprio, considerato sia come qualcosa offerta al defunto (come la coppa e il balsamario) e quindi d’accompagno alla vita nell’aldilà, da ciò che gli apparteneva, come gli elementi d’ornamento o dell'abbigliamento personale che rivelavano il suo status sociale (fibula e ago crinale).

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Fig. 7 - Riproduzione grafica di una coppa in sigillata africana D, forma Hayes 81 (da HAYES 1972, p. 126, fig. 22).
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Fig. 8 - Balsamario forma Isings 8 (da BORGHETTI, STIAFFINI 1994, p. 176, tav. 28, n. 235).
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Fig. 9 - Balsamario forma Isings 82B1 dal Museo Archeologico Nazionale di Cagliari (da BORGHETTI, STIAFFINI 1994, p. 288, tav. 33, n. 288)
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Fig. 10 - Ravenna, San Vitale: Teodora ed il suo corteggio. Le dame sono abbigliate alla “maniera bizantina” (da http://viaggi.corriere.it/viaggi/weekend/citta/2012/dicembre/ravenna-unesco.shtml?photo=6).
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Fig. 11 - Dettaglio del mosaico da San Vitale di Ravenna: Teodora mostra sulle clavicole due fibule a disco e le dame alla sua sinistra mostrano i capelli raccolti (da http://www.turismo.ra.it/ita/Scopri-il-territorio/Arte-e-cultura/Patrimonio-Unesco/Basilica-di-San-Vitale).

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