Il Progetto
La Sardegna è un’isola ricchissima di storia e di “storie” che hanno lasciato il loro indelebile segno nel paesaggio, costruendo una stratificazione di testimonianze al tempo stesso complessa ed affascinante.
Il mare, se da un lato ha portato allo sviluppo di culture con aspetti peculiari assolutamente locali ben riconoscibili, dall’altro ha permesso fecondi contatti con le civiltà e le nazioni mediterranee nel corso del tempo, dalla preistoria sino all’età moderna. Tutto questo si è depositato nell’isola, dando origine ad una paesaggio ricchissimo ed unico.
Solo alcuni aspetti di questa lunga storia sono noti, anche agli stessi Sardi, perché l’innegabile appariscenza di alcuni monumenti, come ad esempio i nuraghi, unita alla sovrapposizione della vita nei medesimi luoghi, tende a coprire alcune epoche storiche e monumenti, che sono di non minore importanza ed interesse.
Questa ricchezza culturale deve diventare cosa viva, non rimanere lettera morta, oppure essere considerata un resto imbalsamato di un remoto passato. La vita del Bene Culturale deriva dalla sua approfondita conoscenza, dalla sua integrazione nel “paesaggio” in cui era immerso, dalla sua connessione con simili manifestazioni; infine dalle “storie” che riesce a narrare e che è compito degli studiosi e dei responsabili sociali delle comunità portare alla conoscenza di tutti.
Se alcuni monumenti e determinate zone sono di agevole fruizione, altri, invece, sono di più difficile accesso, e spesso la distanza degli uni dagli altri può rendere problematica una visita diretta.
Ma abbiamo la fortuna di poter usufruire delle nuove tecnologie virtuali che permettono operazioni divulgative e didattiche fenomenali, che non sono assolutamente di pura visibilità, ma che hanno alla base, e non può essere altrimenti, una serie di approfonditi studi che raccolgono tutti i dati dei siti. Così questi vengono elaborati, i monumenti sono immersi nel loro ambiente, confrontati con situazioni simili meglio conservate, e infine sono colmate le inevitabili lacune in modo verosimile seguendo criteri scientifici, ricomponendo la situazione nel suo aspetto originale, e restituendo così contemporaneamente la vita del sito ed il sito alla vita.
Seguendo una guida virtuale possiamo penetrare nei segreti della costruzione delle tombe preistoriche e nuragiche, visitare grandi complessi abitativi e sacri dell’età nuragica, entrare nelle tombe sotterranee puniche e scoprire come i primi cristiani le hanno adattate a catacombe e passeggiare nelle città romane e vederle cambiare e trasformarsi nel tempo dinanzi ai nostri occhi. Entriamo, con lo stupore di un paesano di quel tempo, in monasteri riccamente decorati; ammiriamo la mole dei castelli medioevali che dominano il paesaggio dall’alto dei colli, e ci sentiamo protetti dalle scorrerie dei pirati saraceni dal sistema di torri costiere di avvistamento. Non manca una immersione anche nell’età moderna, nel mondo di un lavoro, lo sfruttamento delle miniere, che più non esiste ma che è stato una forza dell’economia sarda e che ha lasciato segni indelebili nel paesaggio della Sardegna sud-occidentale.
Un viaggio virtuale dunque, ma non per questo meno affascinante e coinvolgente, che deve essere lo stimolo per andare a rivedere dal vivo i siti e ricercarne moltissimi altri, simili ma sempre con aspetti particolari e diversi.