All'inizio degli anni '50 del XX secolo, in una tomba ancora inviolata nell'area oggi occupata dall'esedra semicircolare di accesso alla basilica di San Saturnino (fig. 1), durante i restauri e gli scavi condotti da Raffaello Delogu, fu rinvenuta una particolare epigrafe funeraria.

Su una lastra quadrangolare in marmo, fratturata ma pressoché integra, è incisa un'iscrizione in lingua latina, anche se alcune lettere seguono l’alfabeto greco (figg. 2-3). La sua particolarità è rappresentata dalla citazione, assai rara in epigrafia, del salmo 50 della Bibbia (fig. 4), riportato non secondo la versione della Vulgata di San Gerolamo, ma secondo il Salterio Romano: con essa il genitore invoca la misericordia divina per il figlio Gaudiosus bir devotus (si riferisce probabilmente alla sua devozione religiosa). Il giovane, morto a 24 anni, era un sottufficiale dell'esercito bizantino, come dimostra l'elenco delle cariche ricoperte nel corso della vita, importante elemento per ricostruire un cursus honorum databile al VI secolo d.C. Secondo una recente ipotesi di Salvatore Cosentino egli era un militare imbarcato su un dromone, cioè una nave in servizio per il cursus publicus (cioè il servizio di posta che assicurava gli scambi all'interno dell'Impero).

Il manufatto è attualmente esposto al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.

Fig. 1 - La basilica di S. Saturnino (foto di Unicity S.p.A.).

Fig. 2 - Iscrizione di Gaudiosus (da MURTAS 2002, p. 548).

Fig. 3 - Iscrizione di Gaudiosus (da MUREDDU et alii 1988, p. 181, tav. 37).

Fig. 4 - Testo in latino e italiano dell’incipit del Salmo 50.