Le imbarcazioni onerarie
I traffici commerciali che interessarono il territorio cornuense sono attestati dalla presenza di immagini relative a navi onerarie che approvadavano al Korakodes Portus, dai relitti rinvenuti nel golfo antistante e dai manufatti d’importazione recuperati negli scavi. La funzione primaria di tali imbarcazioni commerciali era quella di trasportare merci disposte in maniera regolare, ottimizzando lo spazio dell’ampia stiva (cfr. fig. 1).
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Dall’area cimiteriale di Columbaris proviene ad esempio una tabula epigraphica datata al V secolo che doveva essere collocata sulla lastra di copertura di un sarcofago. Sul lato sinistro dell’iscrizione è graffita una nave mercantile (fig. 2) di tradizione romana utilizzata senza mutamenti formali tra l’età tardoantica e l’età altomedievale.
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La nave mostra lo scafo allungato, con chiglia piatta; sull'albero (fusum) è spiegata una vela quadra (l'acatus classico) e sono presenti due larghi remi rettangolari. I riquadri della vela indicano invece il reticolo funzionale al suo avvolgimento.
Un secondo manufatto proviene dalla stessa area cimiteriale: si tratta di un frammento di laterizio sul quale è graffita un’imbarcazione dalle stesse fattezze (fig. 3).
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Le immagini simili rinvenute in Sardegna o riguardanti l’Isola (figg. 4-5) rappresentano tutte imbarcazioni onerarie, tranne nell’unico caso della tegola rinvenuta nel Palazzo del Re Barbaro di Porto Torres, dove è stata riconosciuta una nave militare di ventun remi.
Il ritrovamento di numerose imbarcazioni o del loro carico (ad esempio le anfore) nel tratto di mare della costa occidentale della Sardegna attesta l’esistenza di rotte commerciali dalla Penisola Iberica (fig. 6) verso i porti centro-italici, che prevedevano scali intermedi tra cui i porti sardi.
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Bibliografia
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