Laterizi e tegole hamatae
Nell’area archeologica di Sant’Eulalia sono stati rinvenuti svariati frammenti, nessun esemplare integro, di coppi (fig. 1), embrici (fig. 2b), mattoni (fig. 2a), tubi fittili e tegole hamatae (fig. 6).
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I numerosissimi frammenti di coppi e di embrici (figg. 1b - 3) provengono dai crolli delle coperture delle abitazioni (fig. 4).
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Le due tipologie fittili (fig. 1b, fig. 2), spesso associate, hanno la funzione di preservare le murature sottostanti, facendo defluire l’acqua piovana. I mattoni (fig. 1b) spesso sul lato posteriore riportano l’impronta del graticcio (cfr. fig. 1a) su cui venivano adagiati per essere essiccati. I tubi fittili (fig. 5) rappresentavano le antiche tubature; mentre le tegole hamatae o mammate (fig. 6) sono tuttora visibili fissate al tratto murario posteriore del colonnato, funzionali a creare una camera d’aria per l’isolamento dei rivestimenti parietali dall’umidità. Esse traggono il nome dalla presenza di quattro o cinque protuberanze. La datazione non è facilmente determinabile poiché le forme di tali manufatti si ripetono senza variazioni morfologiche nei secoli; in base ai reperti rinvenuti in associazione ad essi si potrebbe definire un’ampia forbice cronologica compresa tra il periodo tardoantico e l’altomedioevo.
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Bibliografia
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