Cagliari in Età Romana
In Età Romana Carales (Cagliari) era la più importante città della Sardegna. La ricostruzione del suo impianto urbanistico è stata effettuata dagli studiosi non solo in base ai rinvenimenti di carattere archeologico, ma anche grazie alla documentazione epigrafica. È stato, così, possibile ricomporre l’aspetto di una città in continua crescita, soprattutto durante l’età imperiale. Rispetto al precedente insediamento punico, sorto nella zona occidentale (attuali via Brenta, via Po, via Simeto), il nucleo centrale della città romana fu spostato in direzione centro orientale nell’area dell’attuale piazza del Carmine. Qui si trovava il suo centro vitale, il Foro, dove sorgevano i principali edifici pubblici e religiosi, non distante dal porto che le indagini archeologiche indicano nei pressi dell’odierna via Campidano. In un periodo compreso tra il I e II secolo d.C., in una piccola valle alle pendici meridionali del Colle di Buon Cammino, venne costruito l’anfiteatro, uno dei più im-portanti edifici della Sardegna romana. Tra via Sassari e il Largo Carlo Felice sorgevano le terme, mentre si ipotizza che l’abitato trovasse spazio nella fascia alle spalle di piazza del Carmine, lungo l’asse dell’odierno corso Vittorio Emanuele. Gli spazi abitativi erano racchiusi tra le due necropoli più importanti: quella occidentale di Tuvixeddu e quella orientale di Bonaria. Le aree funerarie, infatti, erano collocate nel suburbio, cioè fuori dall’abitato, così come imposto dalle leggi romane, che vietavano le sepolture in urbe.
Bibliografia
- S. ANGIOLILLO, L'arte della Sardegna romana, Milano 1998.
- A.M. COLAVITTI, Cagliari, Roma 2003.
- A.M. COLAVITTI, C. TRONCHETTI, Guida archeologica di Cagliari. Sardegna archeologica. Guide e Itinerari, 31, Sassari 2003.
- M. DADEA, L’anfiteatro romano di Cagliari. Sardegna archeologica. Guide e Itinerari, 38, Sassari 2006.
- A. MASTINO, Storia della Sardegna antica, Nuoro 2005.
- P. MELONI, La Sardegna romana, Sassari 1990.