San Lucifero: “chiesa sotterranea”
La chiesa di San Lucifero sorge a breve distanza dalla basilica di S. Saturnino, nell’area utilizzata come necropoli in epoca paleocristiana (fig. 1). Fu costruita tra il 1646 e il 1682 sopra il luogo in cui si ritenne di individuare la tomba del santo.
Al di sotto della chiesa seicentesca sono parzialmente conservati i resti di tre ambienti funerari, noti come “chiese sotterranee” dei santi Lussorio, Rude e Lucifero. Essi rappresentano l'unica testimonianza rimasta, anche se la loro forma originaria è stata trasformata, dei numerosi edifici di cui parlano le cronache del Seicento. In una di queste strutture nel 1623 fu identificata la presunta sepoltura del vescovo cagliaritano Lucifero, segnalata da tre iscrizioni (sulla cui attendibilità vi è, tuttavia, qualche dubbio); al di sopra di essa fu progettata la chiesa che vediamo attualmente, col presbiterio rialzato in corrispondenza della posizione della tomba.
L'ambiente meglio conservato è la cosiddetta “seconda chiesa sotterranea” (fig. 2), che presenta ancora alle pareti undici arcosoli (dal latino “arcosolium”, cioè "sepolcro arcato"), chiamati “cappelle” dagli autori seicenteschi (fig. 3), che contenevano fino a cinque sepolture ordinatamente sovrapposte (fig. 4). Su uno dei lati si apre un vano quadrangolare più piccolo, con tre nicchie e un sarcofago, la “capilla maior” (fig. 5) delle cronache seicentesche. Il pavimento risale ai restauri degli anni '50 del Novecento, ma originariamente vi erano scavate numerose sepolture, in laterizi e sarcofagi, taluni in piombo, con iscrizioni in marmo o, al livello del pavimento, in mosaico. La volta a botte ribassata risale invece al Seicento.
L'uso primario della struttura si colloca tra il IV e il VII secolo.
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