Schede di dettaglio

Complesso abitativo-artigianale (forse palazzo del vescovo)

A meridione delle aule di culto di Columbaris sono distribuiti una serie di ambienti disposti attorno ad uno spazio centrale, interpretati come probabile residenza del vescovo annessa al quartiere artigianale (fig. 1).

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Fig. 1 - Area delle basiliche di Columbaris con indicazione del complesso abitativo-artigianale (rielaborazione grafica F. Collu, da Cornus I. 1, p. 200, tav. II).

Un cortile aperto e pavimentato con lastre di fonolite consentiva al vescovo il passaggio diretto ad entrambe le basiliche: sul lato occidentale si aprivano i due accessi dai pastofori nel caso del battistero e dal nartece per la cattedrale (fig. 2).

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Fig. 2 - Soglia d’ingresso al quadriportico (foto di F. Collu).

Gli ambienti individuati sono stati scavati parzialmente ma in base ai dati emersi è stato possibile ipotizzare che facessero parte del palazzo episcopale. Questo sarebbe stato la residenza permanente o temporanea del vescovo della diocesi di Senafer/Cornus.

Alcuni ambienti, invece, sono stati interpretati come botteghe artigianali: un vano, ubicato sul lato meridionale del cortile e caratterizzato da un bancale su tre lati e da una scala sul restante, era forse la bottega di uno scalpellino (fig. 3). Questo vano ha restituito numerosi frammenti lapidei distinti fra materiale non lavorato, elementi per lo più di tipo architettonico (figg. 4-5), appena sbozzati (una mensa), altri di riutilizzo (busto di statua rilavorata come mensola), altri ancora pronti per essere impiegati (sarcofagi).

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Fig. 3 - Bottega dello scalpellino (da Cornus I.1, p. 44, fig. 27).
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Fig. 4 - Elementi architettonici in calcare con intarsi geometrici in trachite rossa (da SPANU 1998, p. 103).
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Fig. 5 - Frammenti della decorazione architettonica (da Cornus I.1, p. 45, fig. 28).


La mancata conclusione dei manufatti sembra indicare l’improvvisa interruzione dell’attività produttiva durante il VII secolo, forse legata a un evento traumatico che determinò l’abbandono del sito. Il ritrovamento di scorie di lavorazione del metallo e del vetro ha portato ad ipotizzare l’esistenza di un quartiere artigianale vero e proprio, legato ai rifacimenti del complesso episcopale avvenuti nel VI secolo. All’interno delle officine potevano essere prodotti oggetti liturgici per gli edifici di culto, ma anche manufatti d’uso quotidiano per il vescovo e il clero che abitavano nella zona residenziale.

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