I salvadanai
Tra i materiali e gli strati di limo che riempivano l’interno della cisterna campanulata, la cui bocca si apre nel cocciopesto del portico nel quartiere tardoantico di Sant’Eulalia, sono stati individuati frammenti di ceramica comune sulla cui superficie interna si trovano ossidate alcune monete bronzee, talmente abrase da non permettere la lettura delle due facce e, di conseguenza, di determinarne la datazione (fig. 1).
Una delle ipotesi interpretative proposte induce a ricollegare i frammenti compositi a diversi salvadanai (figg. 2-4); ciò supportato anche dalla presenza di alcuni tesoretti per un totale di 56 monete databili tra il I e il V secolo d.C. Non sembra casuale il ritrovamento di tali reperti all’interno della cisterna, dove potrebbero essere stati deposti per essere preservati da eventuali trafugamenti.
Bibliografia
- G. BARATTA, De brevissimis loculis patrimonium grande profertur (Tert. cult. fem. I, 91, 19): i salvadanai, in Sylloge Epigraphica Barcinonensis, 10, pp.169-193.
- R. MARTORELLI, La ceramica del periodo bizantino e medievale, in Ceramiche. Storia, linguaggio, prospettive, Nuoro 2007, pp. 75-87.
- L. MURA, Un’iscrizione dipinta dall’area archeologica di Sant’Eulalia, in F. CENERINI, P. RUGGERI (a cura di), Epigrafia romana in Sardegna. Atti del I Convegno di Studio (Sant'Antioco, 14-15 luglio 2007), Roma 2008, pp. 279-283.