La tomba del Capo (VI)
La domus de janas più interessante della necropoli ipogeica di Sant’Andrea Priu è la cosiddetta “Tomba del Capo”, suddivisa in diciotto ambienti posti attorno ad un nucleo centrale, di modo da formare quasi un labirinto, per uno sviluppo complessivo di 250 metri quadrati.
I primi tre ambienti (a-c) rappresentano il nucleo centrale più antico della tomba pluricellulare; gli altri vani furono aggiunti in momenti successivi (fig. 1).
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Dall'atrio a, di pianta rettangolare, con soffitto piano, si accede all'anticella semicircolare b (dimensioni: 7,10 m. di diametro x 4 m. di altezza).
Il soffitto, inclinato verso l'ingresso, ricalca le travi di legno che reggevano il tetto della della capanna preistorica (fig. 2).
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I particolari architettonici (soffitti decorati, fasce in rilievo, lesene e zoccoli) assieme alla pianta dell’ipogeo, danno utili indicazioni per la ricostruzione della “casa dei vivi” (fig. 3).
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Sotto la linea del soffitto residuano tracce di pittura rossa, presumibilmente ocra, pigmento di intenso valore simbolico legato alla rigenerazione del defunto e al colore del sangue.
Nel pavimento sono scavate numerose coppelle, delle incavature praticate nel piano roccioso, disposte in forma circolare, utilizzate per le libagioni rituali in onore dei defunti (fig. 4).
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Le due celle principali, allineate una di seguito all’altra, sono entrambe di pianta rettangolare, con soffitto piatto sostenuto da colonne. Attorno ad esse sono disposte delle celle più piccole, a pareti rettilinee che curvilinee.
La costruzione della tomba risale all’Età Prenuragica (IV millennio - III millennio a.C.). In epoca Romana e Altomedievale la tomba fu trasformata in un luogo di culto cristiano con il nome di chiesa di Sant’Andrea. La modifica ha prodotto dei lavori di ristrutturazione e riadattamento degli ambienti e soprattutto la decorazione delle pareti con numerosi affreschi di soggetto cristiano.
Bibliografia
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