La facies di Bonnanaro a Thomes
La Cultura di Bonnanaro caratterizza in Sardegna la prima Età del Bronzo e perdura anche nell’ambito della successiva fase del Bronzo Medio. È stata suddivisa in due aspetti culturali differenziati: la prima è comunemente nota con il nome di Bonnanaro A e/o Corona Moltana(1800-1600 a.C.), mentre l’aspetto più tardo, cronologicamente ascrivibile al Bronzo Medio I (1600-1500) è denominato Bonnanaro B o di Sa Turricula di Muros (1600-1500 a.C.). Quest’ultimo aspetto è stato identificato nella Sardegna settentrionale e centrale, in diversi siti a carattere soprattutto funerario (fig. 1), tra cui la tomba di giganti di Thomes-Dorgali. Nel Bronzo Medio I sono diffusi i protonuraghi (fig. 1), nuraghi arcaici costituiti prevalentemente da corridoi, variamente articolati, coperti da lastroni orizzontali affiancati; al loro interno sono comuni nicchie e piccoli ambienti coperti a falsa-volta realizzata con il restringimento graduale dei filari verso l’alto fino alla sommità.
Dalle limitate indagini sugli abitati del Bronzo Medio si deduce che le capanne delle aree montane e collinari, a un solo vano e a destinazione unifamiliare, hanno una base in muratura. La capanna dal profilo rettangolare semicircolare di Sa Turricula, in parte scavata nella roccia e in parte delimitata da uno zoccolo murario, è provvista di focolare e di basamento pavimentale in pietre. L’alzato murario e la copertura poteva essere realizzata con un’intelaiatura di rami e intrecci di canne e frasche, impermeabilizzate con argilla. Nella Sardegna centro-settentrionale, alle soglie dell’Età Nuragica, a partire dal Bronzo Medio I si diffondono le sepolture tipiche dell’Età Nuragica, note come tombe dei giganti, caratterizzate da una camera funeraria allungata realizzata con larghe lastre di pietra disposte verticalmente e stele centinata al centro dell’area semicircolare antistante il sepolcro (Thomes-Dorgali, Li Lolghi-Arzachena). Si tratta di tombe collettive, nelle quali un gruppo umano, stanziato in un determinato territorio, seppelliva i propri morti per diverse generazioni (fig. 2).
Nella parte nord-occidentale dell’Isola, in un’area piuttosto ristretta (Sassarese e Logudoro settentrionale), questo tipo di tomba di giganti verrà per la maggior parte riprodotta in roccia, realizzando ambienti funerari scavati nella roccia con facciata architettonica e spesso riutilizzando precedenti domus de janas (fig. 3).
L’unico edificio sacro sinora attribuito al Bronzo Medio è il tempietto di Malchittu, in territorio di Arzachena (fig. 4), costituito da un edificio di pianta sub-rettangolare preceduto da un atrio, che ricorda quelli del tipo di costruzione detto a megaron, caratteristico dell’architettura minoico-micenea.
La ceramica risulta più semplice e povera, le forme sono meno curate, così gli impasti e le superfici, e i vasi sono prevalentemente non decorati.
I rari ornamenti attribuibili al Bronzo Medio, elementi di collana o pendenti, sono realizzati con osso, denti di animale, conchiglie e vari tipi di pietre.
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