Le rotte commerciali
La posizione della Gallura a breve distanza della vicina Corsica e aperta ai contatti con le coste tirreniche della penisola italica, ha inserito la regione in una serie di rotte mercantili. Nonostante la posizione interna del territorio di Luogosanto, i reperti rinvenuti nell’area del Palazzo di Baldu hanno consentito di ricostruire i traffici commerciali attivi tra questo insediamento e il bacino del Mediterraneo dal XIII al XV secolo. Gli stessi legami politici stretti dai giudici galluresi e logudoresi con Pisa e Genova favorirono l’arrivo di merci da tutto il bacino mediterraneo e dall’Oriente (fig. 1).
La diversità dei manufatti originari di territori estremamente distanti non dimostra però un legame diretto tra il palazzo e ogni luogo di produzione, infatti, poteva esserci anche solo un tramite commerciale per la circolazione di merci comperate in vari porti ed empori.
All’interno dell’area archeologica sono stati messi in luce frammenti di ceramiche provenienti dall’area ligure e toscana (XIII-XIV secolo), dalla penisola iberica (XIV secolo). Le rotte dei mercanti pisani e genovesi lasciavano costantemente il Mediterraneo per raggiungere le terre islamiche dove commerciavano i propri manufatti con prodotti locali; tali merci potevano essere diffuse anche attraverso le coste spagnole e quelle africane. Si tratta di giare con decorazioni impresse a fasce, probabilmente prodotte nel XIII secolo in Marocco e nella Spagna meridionale (fig. 2).
Gli scambi con il Mediterraneo orientale sono invece accertati da manufatti ceramici con un rivestimento turchese prodotti in Egitto e in altre aree limitrofe a partire dalla fine del XII secolo, ed inoltre da manufatti dell’area greco-turca.
La produzione vitrea si diffondeva attraverso gli stessi circuiti della ceramica: provenienti dall’Oriente sono i frammenti dei manufatti smaltati e incisi con motivi che riproducono la scrittura araba (fig. 3), databili intorno al XIII secolo; infine contenitori di produzione siriana ed egiziana, compresa tra i secoli XIII e XV. Dalla penisola, invece, provengono manufatti toscani del XII-XV secolo e da Venezia vetri rientranti nel gruppo “Aldrevandin” relativi ai secoli tra XIII e XIV secolo.
La presenza di beni rari e ricercati nel Palazzo di Baldu ha fatto ipotizzare che gli acquirenti appartenessero ad un ceto alto oppure che vi fossero scambi di doni tra i personaggi politici che frequentavano il complesso.
Bibliografia
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- F. PINNA, Le testimonianze archeologiche relative ai rapporti tra gli Arabi e la Sardegna nel medioevo, in Rivista dell’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea, 4, 2010, pp. 11-37.
- F. PINNA, D. CORDA, Scambi e circuiti commerciali nella Sardegna medievale: dati archeologici dal Palazzo di Baldu (Luogosanto, Olbia-Tempio), in Bulletin de la Société des sciences historiques et naturelles de la Corse, 2014, pp. 748-749.
- F. PINNA, D. MUSIO, Il vetro nella Sardegna medievale: nuovi dati dall'indagine archeologica del Palazzo di Baldu (Luogosanto, OT), in A. COSCARELLA (a cura di), Il vetro in Italia: testimonianze, produzioni, commerci in età bassomedievale. Il vetro in Calabria: vecchie scoperte, nuove acquisizioni, XV Giornate di studio sul vetro AIHV (Arcavacata di Rende, 9-11 giugno 2011), Arcavacata di Rende 2012, pp. pp. 315-329.