La fornace
Ad Ovest del complesso denominato Lu Palatzu di Baldu, non distante dalla chiesa di Santo Stefano, è stata rinvenuta una fornace per la cottura di materiale fittile (fig. 1).
Le strutture residue, scavate stratigraficamente si riferiscono alla camera di cottura del materiale: essa è costituita da pianta circolare, realizzata in materiale lapideo locale di piccole dimensioni tenuto insieme da un impasto d’argilla fatta eccezione per alcune parti, che prevedono l’utilizzo di mattoni; la parete settentrionale poggiava sul banco roccioso. Per mezzo delle attività archeologiche, sono stati messi in luce parti del piano di cottura in argilla. La fornace era destinata alla produzione di laterizi utilizzati per le coperture del complesso di Baldu e forse di ceramica: negli strati accumulati nei pressi dell’officina, sono stati individuati scarti di lavorazione, riferibili soprattutto a embrici e coppi deformati in cottura (fig. 2).
L’impianto di lavorazione si dimostra di fondamentale importanza per la comprensione delle attività produttive nell’area: in questo caso tale produzione sembrerebbe essere legata alle attività di costruzione e manutenzione delle strutture del complesso e forse della villa di Santo Stefano.
Le fornaci potevano avere forma circolare o quadrangolare con due camere sovrapposte: nella parte inferiore (camera di riscaldamento), seminterrata o fuori dalla terra, era acceso il fuoco, mentre in quella superiore (camera di cottura) erano sistemati i manufatti crudi. Quest’ultima veniva chiusa totalmente con dei mattoni dopo essere stata caricata (figg. 3-4).
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