Maiolica arcaica pisana/savonese
Le indagini archeologiche condotte nel complesso del Palazzo di Baldu hanno messo in luce numerosi reperti ceramici relativi alle attività quotidiane. Tra i manufatti utilizzati sulla tavola, i più attestati sono in Maiolica arcaica pisana e savonese. Della prima sono documentati frammenti relativi a forme chiuse, come i boccali, ascrivibili ai secoli XIII-XIV (figg. 1-2), ritrovati all’interno della torre e nei suoi crolli.
Le produzioni savonesi sono riferibili soprattutto a forme aperte, come le ciotole (cfr. fig. 3), della seconda metà del XIV secolo, rinvenute negli ambienti che formano il complesso attorno alla torre (fig. 4).
La maiolica arcaica è una ceramica rivestita con uno smalto bianco, monocroma o dipinta in verde e bruno, che a partire dal XIII-XIV secolo viene prodotta dalle officine dell’Italia Centrale e Settentrionale.
Le produzioni pisane si datano tra i primi decenni del XIII secolo e la seconda metà del XV: la sua diffusione maggiore, dopo la Toscana, avvenne in territorio sardo (fig. 5).
Solo nella seconda metà del XIV secolo iniziano ad essere prodotte le maioliche liguri, che proseguono fino al XVI, derivate direttamente da quella pisane. Questa produzione si diffonde in Sardegna (cfr. fig. 6), in Francia e, forse, in Inghilterra.
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