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Il culto di Santa Lucia e i porti

L’approdo di Santa Lucia è situato a Sud rispetto al porto di Posada e sembra che nel XIII secolo il porto di Santa Lucia avesse un ruolo di riferimento tra le strutture portuali della bassa Gallura. Lo scalo doveva sorgere vicino alla torre 1 e alla chiesa intitolate a Santa Lucia, tuttora visibili nella località omonima di Siniscola. L’edificio sacro attuale fu costruito alla fine del XIX secolo, al posto di quello più antico, che venne demolito perché in condizioni di totale abbandono.

Esiste un collegamento tra chiese dedicate a Santa Lucia e i porti, in particolare nelle città costiere dell’Italia centro-meridionale, dove sono presenti comunità pisane stabilmente insediate. In Sardegna ci sono alcune testimonianze di questa relazione: a Siniscola esiste un edificio sacro intitolato alla martire siracusana in corrispondenza di uno scalo portuale molto importante in Età Medievale. Più a sud, ad Orosei, un’altra chiesa di Santa Lucia sorge nei pressi dell’antica colonia mercantile pisana. Anche a Cagliari nel quartiere della Marina si trovano i resti della chiesa di Santa Lucia di Civita o di Bagnaria. L’associazione tra la martire e le strutture portuali acquista maggiore significato, se si considera che in ambito bizantino Santa Lucia è raffigurata con una tazza in mano da cui esce una fiamma, riconducibile alla funzione che avevano i fari per la navigazione.

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Fig. 1 - Chiesa di Santa Lucia nell’omonima località di Siniscola (da http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/3/38/Santa_Lucia_Siniscola_Nuoro_Sardegna5.JPG).
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Fig. 2 - Chiesa di Santa Lucia ad Orosei (da http://photos.wikimapia.org/p/00/01/59/17/11_big.jpg).
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Fig. 3 - Chiesa di Santa Lucia alla Marina a Cagliari (da Cadinu, 2012 fig. 2).




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