Tomba a enchytrismòs
Nella necropoli di Sulky sono state rinvenute un buon numero di sepolture a enchytrismòs, tipologia tombale che venne utilizzata a partire già dalla preistoria, quando talora si ricorreva al seppellimento all’interno di grandi ziri (fig. 1), mentre in epoca punica, romana e paleocristiana, vennero utilizzate le anfore, soprattutto per l’inumazione dei bambini.
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L’anfora, quando utilizzata per gli infanti deceduti in tenera età, veniva tagliata di lungo per permettere l’inserimento del corpo; la parte tagliata era poi riaccostata e l’anfora deposta all’interno di una fossa (fig. 2).
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In caso di sepolture di adulti, essendo le anfore piccole per contenerne il corpo, ne erano utilizzate due, le quali, una volta tagliate dalla parte della spalla nel senso trasversale e poi di nuovo anche di lungo per permettere l’inserimento del corpo, venivano accostate in modo da formare un unico contenitore per la salma (fig. 3).
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Per quanto riguarda l’Età Punica, la sepoltura a enchytrismòs compare durante l’ultima parte del VI sec. a.C. e resiste sino agli inizi del IV sec. a.C. Essa era realizzata con grandi anfore commerciali e vi erano inumati i bambini che, tra l’altro, venivano collocati in un’area ad essi dedicata all’interno della necropoli.
Durante l’Età Romana Imperiale, le anfore maggiormente utilizzate per l’inumazione dei defunti erano la Tripolitana, l’Africana I e l’Africana II, che, nella loro destinazione d’uso originale, venivano impiegate per trasportare olio e altri prodotti, tra i quali una salsa di pesce di cui i Romani andavano particolarmente ghiotti, il garum. Esse ci attestano il rapporto della città di Sulky con l’Africa (fig. 4).
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Pochi casi di sepolture di questa tipologia conservano il corredo d’accompagnamento. Questo è il caso della tomba 146 della necropoli di Sulky, in cui esso era stato deposto in parte all’interno ed in parte all’esterno dell’enchytrismòs.
Lo stato di conservazione delle anfore è spesso compromesso, per cui non sempre è facile individuarne il tipo, ma forniscono in ogni caso delle indicazioni generali sulla cronologia che si colloca tra la metà del II e il IV sec. d.C.
L’enchytrismòs per la sepoltura degli infanti prosegue in età paleocristiana, epoca durante la quale le anfore venivano spesso collocate nei loculi all’interno delle catacombe.
Bibliografia
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