Corredi funerari
I corredi funerari della necropoli punica di Sant’Antioco sono costituiti da materiali impiegati nel rituale e oggetti personali del defunto (fig. 1). Dalle ricerche svolte nella parte di necropoli detta di "Is Pirixeddus", è stato possibile comprendere meglio gli aspetti più importanti della composizione dei corredi funerari, delle produzioni artigianali e dei riti che li riguardano.
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Il vasellame in ceramica è un vero e proprio servizio “da mensa” del tutto simile a quello usato quotidianamente dal defunto quando era in vita, al quale si aggiungono anche dei vasi che invece sono legati soprattutto al rituale funerario: anfore, brocche e brocchette di diverse forme e misure, tazze e anche piatti caratteristici con l’orlo piuttosto largo (figg. 2-4). Oltre ai vasi di tradizione fenicia, i corredi funerari presentano inoltre delle ceramiche importate dal mondo greco. I prodotti d’importazione erano spesso molto costosi e a volte venivano sostituiti da imitazioni molto simili, cioè vasellame quasi identico che però veniva prodotto sul posto ad imitazione degli originali greci (fig. 5).
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Nei corredi funerari comparivano anche altri piccoli reperti di vario genere, sia quelli per uso personale che quelli di carattere magico-apotropaico, ossia legati alla superstizione e con la funzione di scacciare il male: amuleti in diversi materiali, quali l’osso, il metallo, le pietre dure, la pasta vitrea, il talco e spesso venivano modellati e riuniti in collane indossate dal defunto. Si tratta di piccoli oggetti, per lo più simboli religiosi, quali falli, cuori, piedi, occhi di Ra, pilastrini e divinità egizie quali Bes, Horus, Ptah, Iside, animali sacri. Sono anche state rinvenute delle maschere in ceramica, delle uova di struzzo decorate in vario modo e intere o frantumate e dei piccoli scarabei scolpiti e incisi in pietra dura (fig. 6).
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Infine accompagnavano il defunto anche i suoi oggetti di uso personale, ad esempio i gioielli, solitamente realizzati in oro o argento, tra essi gli orecchini, le collane, i “fermatrecce”, gli anelli con castoni incisi oppure decorati con pasta vitrea colorata (figg. 7-8).
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Bibliografia
- E. ACQUARO, Amuleti e scarabei, IN AA.VV., I Fenici, Milano 1989, pp. 394-403.
- P. BARTOLONI, Studi sulla ceramica fenicia e punica di Sardegna, Roma 1983.
- G. PISANO, I gioielli, in Aa. Vv., I Fenici, Milano 1989, pp. 370-393.
- S. MUSCUSO, La necropoli punica di Sulky, in M. GUIRGUIS, E. POMPIANU, A. UNALI (a cura di), Quaderni di Archeologia Sulcitana 1. Summer School di Archeologia Fenicio Punica (Atti 2011), Sassari 2012.
- C. TRONCHETTI, Sant’Antioco, Sassari 1989