Primo crollo e sette file di blocchi squadrati
I primi segnali di declino dell’area si manifestarono attraverso un cedimento del muro di fondo del portico: una parte del colonnato fu ricostruita, ma la restante – ovvero la maggiore – venne spogliata per il recupero del materiale edilizio (fig. 1).
Accanto alla parte più meridionale del portico, lungo il lato corto, sono tuttora visibili sette filari di blocchi di calcare regolarmente disposti in posizione orizzontale, quasi ad indicare un carico pronto per essere venduto o semplicemente riutilizzato (figg. 2-3).
Tale area divenne un cantiere destinato al recupero del materiale edilizio dagli edifici sottoposti a un progressivo disfacimento, per essere reimpiegato in nuove strutture.
Bibliografia
- R. MARTORELLI, D. MUREDDU, F. PINNA, A. L. SANNA, Nuovi dati sulla topografia di Cagliari in epoca tardoantica e medievale dagli scavi nelle chiese di S. Eulalia e del Santo Sepolcro: Notiziario, in Rivista di Archeologia Cristiana, 79, 2003, pp. 365-408.
- D. MUREDDU, 23 Secoli in 7 metri. L’area archeologica di S. Eulalia nella storia del quartiere, in R. MARTORELLI, D. MUREDDU (a cura di), Cagliari, le radici di Marina: dallo scavo archeologico di S. Eulalia un progetto di ricerca formazione e valorizzazione, Cagliari 2002, pp. 55-60.
- F. PINNA, Frammenti di storia sotto S. Eulalia. I risultati delle campagne di scavo 1990-1992, in R. MARTORELLI, D. MUREDDU (a cura di), Cagliari, le radici di Marina: dallo scavo archeologico di S. Eulalia un progetto di ricerca formazione e valorizzazione, Cagliari 2002, pp. 33-54.
- F. PINNA, Le indagini archeologiche. La chiesa, in R. MARTORELLI, D. MUREDDU, F. PINNA, A. L. SANNA, Nuovi dati sulla topografia di Cagliari in epoca tardoantica e medievale dagli scavi nelle chiese di S. Eulalia e del Santo Sepolcro: Notiziario, in Rivista di Archeologia Cristiana, 79, 2003, pp. 372-381.