L’occupazione del territorio di Dorgali in Età Romana e Tardo-Antica è documentata in maniera inequivocabile in oltre ottanta siti da reperti (figg. 1, 2, 3) e strutture murarie.

Fig. 1 - Siti noti di Età Romana e Tardo-Antica del territorio di Dorgali (da DELUSSU, IBBA 2012, fig. 4, p. 2200).

Dal II sec. a.C. fino al IV secolo d.C. è frequente il fenomeno del riutilizzo di siti nuragici preesistenti, tipico del processo di romanizzazione avvenuto a seguito della difficoltosa conquista romana della Sardegna centro-orientale avvenuta tra la metà del III sec. e la fine del II sec. a.C.

Fig. 2 - Disco in bronzo con iscrizione tardo-romana da Siddai-Dorgali (da DELUSSU, IBBA 2012, fig. 2, p. 2197).

Fig. 3 - Lingotto plumbeo recuperato nelle acque prospicienti Cala Cartoe-Dorgali datato al II-I secolo a.C. (da http://www.museoarcheologicodorgali.it/wp/museo_archeologia_in_sardegna/la-storia-di-dorgali-in-20-reperti/).

Una delle località alle quali si deve far riferimento per definire la storia del paesaggio e la geografia del territorio, è quella della stazione romana di Viniolae, in agro di Dorgali (che si identifica oggi con il sito di Finiodda, valle dell’Oddoene), citata dall'Itinerario Antoniniano, e ubicata lungo l’iter a Portu Tibulas Karalis, ossia sul tracciato viario che si sviluppava lungo la costa orientale della Sardegna, e presso cui sono anche dislocati la maggior parte degli insediamenti romani noti. Altri siti sono stati identificati presso le due diramazioni trasversali dirette verso l’interno, in direzione della valle di Isalle e di Oliena, verso la Barbagia interna.