I ripostigli dell’insula 2
Il contenuto dei tre ripostigli, oltre mezza tonnellata di metalli, immagazzinato in un lungo arco di tempo, è rappresentativo della grandezza dell’attività fusoria finalizzata alla produzione di oggetti votivi per i pellegrini che si recavano al santuario, e dell’esistenza di officine che producevano strumenti da lavoro e armi.
Nel primo ripostiglio sono stati recuperati bronzi figurati e oggetti di uso in ferro: un toro, un ariete, una protome di navicella a testa taurina, un’ansa di bacino, spilloni, lamine accartocciate, una doppia ascia, un piccolo piccone, una sega, una lancia e pugnali (fig. 1).
Il secondo ripostiglio, scoperto al di sotto delle lastre di una grossolanaa pavimentazione, all’interno di un pithos (grande contenitore per derrate), immagazzinava beni in bronzo, ferro e piombo databili dal XII-IX al VI a.C., per un totale di oltre 400 chili di metallo: seghe, scalpelli, punteruoli, cunei, martelli da calderaio, frammenti di un’incudine e lime, asce, picconi, falci, lance di ferro, anse decorate di brocche e bacini, armi di bronzo, fibule di bronzo, bracciali, armille, anelli a fascetta, orecchini, bottoni, faretrine votive (fig. 2), vaghi di collana in bronzo e ambra, anelli in argento, un pendente ad ascia miniaturistica, ghiere di tripode, uno scarabeo in faïence, un pendente di bronzo della dea Tanit, insieme a 186 chili di lingotti e panelle di rame.
Il terzo ripostiglio, nascosto sotto un mucchio di lastre di scisto e granito, conteneva due bacini bronzei anneriti dal fuoco, un vaso per vino in bronzo (oinochoe) e una brocca bronzea. Sotto le brocche c’era una navicella di bronzo con protome bovina utilizzata come lucerna (fig. 3). Il ripostiglio conteneva anche un martello, uno scalpello, un punteruolo, porzioni di scafo di un’altra navicella, misti a frammenti di lance e di una piccola ascia bipenne. Associato ad altri oggetti di bronzo c’era un tripode in ferro.
Bibliografia
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