Schede di dettaglio

La pietra e l’architettura: scisto, granito e calcare

La logica costruttiva, ben documentata soprattutto in Epoca Nuragica nel villaggio santuario di S’Arcu ’e Is Forros, ubicato in un’area della Sardegna centro-orientale fortemente caratterizzata da rilievi calcarei, granitici e scistosi, è stata quella di utilizzare le pietre più prossime al luogo di edificazione e quindi immediatamente disponibili.

Uno degli aspetti più importanti è la compattezza dei materiali, che ha consentito una buona conservazione delle strutture.

Il materiale lapideo di diversa forma e pezzatura ha dato luogo in questo contesto ad una architettura di tipo misto.

Ad esempio, nell’area sacra fu utilizzato il granito, come in gran parte dei nuraghi della zona, per realizzare muri composti da filari irregolari, di diverse pezzature (fig. 1).

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Fig. 1 - Vani megaron 1 (da FADDA 2012, p. 11, fig. 10)

Invece si può notare come lo scisto, roccia morbida e facilmente lavorabile, sia stato utilizzato nella parte alta, ossia per la copertura di tutta la struttura templare, forse scelto anche per le sue qualità di rifrazione della luce solare (fig. 2).

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Fig. 2 - Ipotesi ricostruttiva della copertura a doppio spiovente del megaron 1 (da FADDA 2012, p. 13, fig. 14).

La notevole padronanza raggiunta nella lavorazione della pietra calcarea emerge, invece, dagli elementi accessori strettamente connessi al luogo di culto: sono state rinvenute, per esempio, delle basi con fori atti all’inserimento di bronzi votivi (fig. 3).

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Fig. 3 - Le basi per le offerte con fori per inserimento di bronzi votivi (da FADDA 2012, p. 18, fig. 22).

 

Bibliografia

  • FADDA M.A., Il villaggio santuario di S'Arcu 'e Is Forros, Sardegna archeologica. Guide e itinerari, 48, Sassari 2012.

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