Lucerna bilicne
La lucerna bilicne (fig. 1) è stata rinvenuta in frammenti all’interno della tomba 9 PGM della necropoli fenicio-punica di Sulky. Ricomposta quasi interamente, sebbene rimanga una lacuna nella zona dei beccucci, è databile al V sec. a.C. in base al contesto sepolcrale.
Sul fondo della lucerna è applicata una sorta di impugnatura che serviva per agevolarne il trasporto (fig. 2) ed è caratterizzata da due beccucci e da una forma assai semplice, creata dalla semplice modifica di un piatto.
La lucerna a due beccucci o “bilicne”, che si diffonde tra VII e V sec. a.C., è stata preceduta cronologicamente da quella cosiddetta “monolicne” cioè a un solo beccuccio (fig. 3), in uso durante la prima espansione fenicia e che caratterizza l’VIII sec. a.C.: per tale motivo molti esemplari di questo tipo sono stati rinvenuti nel tofet, nel santuario, cioè, dove venivano seppelliti i bambini morti appena nati o nati morti e dove si chiedeva agli dei la grazia di un’altra nascita.
Oltre alle due tipologie appena viste ne esiste una terza, la cosiddetta lucerna “a tazzina”, chiamata così perché somigliante appunto a una piccola tazza e diffusa in Età Tardo Punica (IV-III sec. a.C.) (fig. 4)
A cosa serviva la lucerna? Con ogni probabilità, oltre a illuminare l’oscurità delle camere sepolcrali durante i funerali, esse spesso venivano lasciate accese all’interno della tomba affinché potessero essere utilizzate dal defunto per affrontare il suo cammino verso l’aldilà.
Bibliografia
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- P. BARTOLONI, , Lucerne arcaiche da Sulci in AA.VV., Sardinia in the Mediterranean . A footprint in the sea. Studies in Sardinian Archaeology presented to Miriam S. Balmuth (Monograph in Mediterranean Archaeology,3), Sheffield 1992, pp. 419-423.
- S. MUSCUSO, Il Museo “F. Barreca” di Sant’Antioco: le tipologie vascolari della necropoli di Sulky = Sardinia Corsica et Baleares Antiquae VI, 2008, pp. 9-39.