Reperti

Piatto in sigillata sud-gallica

Nel corso del I sec. d.C. la Francia meridionale vide una fioritura di officine ceramiche che imitavano il vasellame in sigillata italica, prodotto inizialmente nel territorio di Arezzo, e poi in quello di Pisa.

Queste manifatture operavano in particolar modo per il mercato dell’Europa continentale, e solo i prodotti del gruppo di La Graufesenque, nei pressi dell’attuale cittadina di Milau ebbero una significativa diffusione anche a livello Mediterraneo (fig. 1).

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Fig. 1 - La diffusione dei prodotti delle officine di La Graufesenque (indicata in rosso) (da Bemont, Jacob 1986, p. 102)


In una imprecisata officina di questo gruppo, tra gli anni 40 e 70/80 d.C., venne ideato un tipo inusuale di decorazione dei vasi: la superficie non fu più rivestita della consueta vernice rossa e brillante, ma le fu fatto assumere un aspetto “marmorizzato”, in cui il giallo e rosso si fondevano creando un effetto del tutto particolare.

Non conosciamo i motivi che portarono alla fabbricazione di questi vasi, durata peraltro poco più di una generazione e successivamente del tutto abbandonata, dal momento che, nei contesti scavati, li ritroviamo assieme all’altro vasellame della medesima officina senza alcuna distinzione.

L’ipotesi più verosimile è che l’effetto sia derivato involontariamente da un problema sorto nella cottura di un'infornata, e poi riprodotto volontariamente, senza uno specifico significato, ma solo per l’aspetto estetico.

Il piatto, che proviene verosimilmente da una tomba considerato l’eccellente stato di conservazione (figg. 2-4) è un ottimo esempio di vaso marmorizzato. La forma è semplice e funzionale, con un basso piede, una breve parete obliqua e la vasca piatta che si rialza internamente al centro, dove è applicato il bollo del fabbricante, illeggibile.

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Fig. 2 - Piatto in sigillata sud-gallica marmorizzata (Oristano, Antiquarium Arborense) (foto di Unicity S.p.A.)
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Fig. 3 - Piatto in sigillata sud-gallica marmorizzata (Oristano, Antiquarium Arborense) (foto di Unicity S.p.A.)
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Fig. 4 - Piatto in sigillata sud-gallica marmorizzata (Oristano, Antiquarium Arborense) (foto di Unicity S.p.A.)


La forma del vaso è canonica sia della sigillata italica che di quella sud-gallica, e viene attribuita al tipo Dragendorff 18 (fig. 5).

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Fig. 5 - Piatto in sigillata sud-gallica marmorizzata, della forma Dragendorff 18, proveniente dall’Agorà di Atene (da Hayes 2008, fig. 23, 743)


In Sardegna, la sud-gallica in generale e quindi anche la marmorizzata, ha una diffusione assai ampia (anche se non riportata nella cartina di fig. 1, non aggiornata ai dati più recenti) e caratterizza prevalentemente i livelli di vita della seconda metà del I e i decenni iniziali del II sec. d.C.

Bibliografia

  • C. BEMONT, J.-P. JACOB (edd.), La terre sigillée gallo-romaine, Paris 1986, pp. 96-103.
  • J. W. HAYES, Roman Pottery. Fine-ware Imports, (= Athenian Agorà XXXII), Princeton 2008, p. 47.
  • C. TRONCHETTI, La ceramica della Sardegna romana, Milano 1996, pp. 65-69.

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