Kantharos etrusco in bucchero
Le devastazioni ottocentesche delle necropoli tharrensi alla ricerca di tesori, hanno portato alla dispersione dei numerosi oggetti di corredo, taluni dei quali confluiti poi in collezioni private e pubbliche.
Il saccheggio interessò anche le necropoli arcaiche di Epoca Fenicia, da cui provengono numerosi oggetti di importazione, fra cui spicca il vasellame in bucchero etrusco.
Il kantharos è una coppa caratterizzata dalle alte anse sormontanti il bordo (figg. 1-3), ed è il vaso etrusco maggiormente rappresentato a Tharros e nell’intera Sardegna. Come tipologia della forma è inquadrato nel tipo Rasmussen 3e, ed è databile nell’arco della prima metà del VI sec. a.C.
Questa particolare coppa è destinata al simposio, dove veniva utilizzata espressamente per il consumo del vino; difatti nel mondo greco è raffigurata di frequente tenuta in mano da Dioniso (fig. 4).
I Fenici di Sardegna erano in stretti rapporti commerciali con le grandi metropoli costiere dell’Etruria meridionale: Vulci, Tarquinia e Cerveteri, e da loro prelevavano grandi quantità di vasellame (fig. 5), che veniva poi sia utilizzato nelle città fenicie, sia redistribuito presso le comunità indigene dell’entroterra che avevano acquisita l’usanza di bere vino in recipienti esotici.
Bibliografia
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