Reperti

Lucerna romana

Le devastazioni ottocentesche delle necropoli tharrensi alla ricerca di tesori, specialmente delle oreficerie puniche, hanno portato alla dispersione dei numerosi oggetti di corredo, taluni dei quali confluiti poi in collezioni private e pubbliche. Anche le necropoli romane, pur se molto meno ricche, hanno subito la medesima sorte.

Questa lucerna, intatta, proviene sicuramente da un contesto tombale tharrense (figg. 1-2).

1
Fig. 1 - Lucerna romana della prima metà del I sec. d.C., con la raffigurazione di un gladiatore (Oristano, Antiquarium Arborense) (foto di Unicity S.p.A.)
2
Fig. 2 - Lucerna romana della prima metà del I sec. d.C., con la raffigurazione di un gladiatore. Veduta laterale (Oristano, Antiquarium Arborense) (foto di Unicity S.p.A.)



Il particolare tipo del beccuccio, che si allarga sulla punta e si unisce al corpo con due piccole volute, che si riporta al tipo definito Deneauve IVa, consente di collocare cronologicamente la lucerna nella prima metà del I sec. d.C., anche se non abbiamo più i dati contestuali degli altri oggetti di corredo. Sul disco è raffigurato un gladiatore che si protegge con uno scudo rettangolare e tiene con la destra una corta spada a lama ricurva.

Le rappresentazioni di gladiatori sono diffuse sulle lucerne, come mostra questo altro esemplare (figg. 3-4), che proviene anch’esso da una imprecisata tomba di Tharros, dove si vede raffigurato in maniera abbastanza schematica un gladiatore con il corpo rivestito da una sorta di armatura. Questa lucerna è databile al I sec. d.C. e sul fondo porta impresso il bollo del fabbricante AUFI FRON, leggibile come Aufi(dius) Fron(imus) verosimilmente localizzabile in Africa.

3
Fig. 3 - Lucerna romana del I sec. d.C. con la raffigurazione di un gladiatore (Oristano, Antiquarium Arborense) (foto di Unicity S.p.A.)
4
Fig. 4 - Lucerna romana del I sec. d.C.: bollo del fabbricante AUFI FRON (Oristano, Antiquarium Arborense) (foto di Unicity S.p.A.)


 

Bibliografia

  • J. DENEAUVE, Lampes de Carthage, Paris 1969.
  • G. SOTGIU, Iscrizioni latine della Sardegna. II, 1, Padova 1968.

Menu