Il sito archeologico di Cornus è legato all’illustre figura di Antonio Taramelli (Udine, 14 novembre 1868 - Roma, 7 maggio 1939), il quale dedicò la sua attività di ricerca alle antichità sarde, occupandosi inoltre di tutela e restauro dei beni culturali (figg. 1-2).

Fig. 1 - Antonio Taramelli (da http://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Taramelli#mediaviewer/File:Antonio_Taramelli.jpg).

Fig. 2 - Caricatura di A. Taramelli eseguita da T. Sini (da ZUCCA 1992).

Durante la sua carriera ricoprì numerose cariche quali Ispettore per la conservazione dei monumenti (1895), Direttore del museo e scavi di antichità di Cagliari (1908), Soprintendente agli scavi e musei archeologici della Sardegna (1924), Professore di Archeologia all’Università di Cagliari. 

Nei mesi di maggio e giugno del 1916, condusse svariati scavi nell’area di Cornus: egli riuscì a ubicare le vestigia rinvenute già nell’Ottocento e a riconoscerne i vari poli. Le nuove attività archeologiche gli consentirono di individuare l’acropoli di Corchinas e la cinta muraria, il foro, le aree delle necropoli puniche, romane e cristiane, l’acquedotto e il porto; descrisse i numerosi rinvenimenti e sottolineò come gli scavi illeciti e quelli ufficiali devastarono l’area cornuense già dal 1821. A. Taramelli creò il nuovo polo museale di Cagliari e ne curò l’esposizione: le collezioni sino ad allora esposte nel Palazzo Vivanet (fig. 3) trovarono collocazione in piazza Indipendenza, nella struttura progettata dall’architetto Dionigi Scano (1867-1949).

Fig. 3 - Sala espositiva del Palazzo Vivanet in Via Roma (da PALA 2014, p. 415, fig. 2).

Nel 1914 venne acquistata la collezione Gouin, della quale facevano parte numerosi reperti provenienti dal sito di Cornus, a cui si aggiunsero i massicci ritrovamenti delle esplorazioni effettuate dallo stesso Taramelli in tutta l’Isola.