Il paesaggio della valle del Rio Interabbas tra Bronzo Recente e Età del Ferro
Entro la valle che scende dal passo di Correboi, areale topograficamente noto come Interabbas (fig. 1), naturalmente circoscritto da due corsi d’acqua a regime torrentizio affluenti del rio Flumendosa, si concentra un contesto archeologico (XV-IX secolo a.C.) che include, oltre al villaggio santuario, ruderi di torri nuragiche (fig. 2) e di una tomba dei giganti (fig. 3), realizzati in grossi blocchi di granito locale, indicatori manifesti del rapporto intercorso nel passato tra uomo e territorio, basato su un’economia essenzialmente legata all’uso dei pascoli in quota.
Il forte degrado che oggi si constata intorno all’area di S’Arcu ’e Is Forros, è indubbiamente di natura antropica e deve essere individuato nel taglio, nella pratica degli incendi, seguito da un irrazionale utilizzo del suolo come pascolo brado.
Il paesaggio è inscindibilmente connesso alle varie componenti visibili che costituiscono questa porzione di territorio: struttura geomorfologica granitica, copertura vegetativa e resti di strutture monumentali nuragiche.
La gerarchia degli insediamenti, le strategie di controllo e sfruttamento del territorio, le pratiche cultuali collettive, connotano questo paesaggio come rituale, dai tratti monumentali visibili e duraturi fin dalla remota epoca protostorica.
L’uomo ha ritagliato, all’interno di questo territorio dove ha abitato, gli spazi del sacro sotto forma di santuario, collocato in una posizione-chiave strategicamente rilevante anche sotto l’aspetto politico.
Riguardo al dato archeologico, oggi, il quadro documentario si presenta selettivo e frammentario; i ruderi dei nuraghi (fig. 2) e della tomba dei giganti (fig. 3), preziosi indizi archeologici, lasciano intravedere il possibile costituirsi, qui, di un luogo di richiamo stabile per genti che transitavano lungo i sentieri della transumanza.
Bibliografia
- FADDA M.A., Il villaggio santuario di S'Arcu 'e Is Forros, Sardegna archeologica. Guide e itinerari , 48, Sassari 2012, pp. 6-8.