La decorazione pittorica romana
Non rimane molto della decorazione pittorica che doveva ornare gli edifici pubblici e privati della Sardegna romana. Molte delle pareti decorate scoperte fra e il XIX e gli inizi del XX secolo sono perdute, ma più recenti scoperte permettono di dire che molte abitazioni erano decorate con pitture.
Di solito le pareti hanno grandi ripartizioni a colore unito bordate da altro colore (fig. 1), ma non mancano raffigurazioni vegetali, riproduzioni di architetture e schemi geometrici (figg. 2-3).
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Fig. 1 - Nora. Ricostruzione dell’impianto decorativo di una casa-bottega del III sec. d.C.
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Fig. 2 - Nora. Resti di decorazione pittorica di una casa del III sec. d.C. (da Ghedini, Salvadori 1996, tav. I)
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Fig. 3 - Cagliari, Villa di Tigellio: volto femminile (da Angiolillo 1987, fig. 120)
Più rare sono le scene figurate, che sono meglio rappresentate nei luoghi di culto, come a San Salvatore di Cabras, dove abbiamo la raffigurazione di una serie di divinità (fig. 4).
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Fig. 4 - Ipogeo di San Salvatore di Cabras (OR). Volto di Venere
(da Donati-Zucca 1992, p. 29).
(da Donati-Zucca 1992, p. 29).
Bibliografia
- S. ANGIOLILLO, L’arte della Sardegna romana, Milano 1987, pp. 195-199.
- A. DONATI, R. ZUCCA, L’ipogeo di San Salvatore, Sassari 1992.
- F. GHEDINI, M. SALVADORI, Nora IV. I frammenti di intonaco dell’Area D. Relazione preliminare, in Quaderni della Soprintendenza Archeologica di Cagliari e Oristano 13, 1996, pp. 161-175.