Reperti

Anfora attica a figure nere

Dal saccheggio ottocentesco delle necropoli tharrensi ci è pervenuto uno dei rari esemplari di vaso fabbricato ad Atene e decorato con figure nere su fondo rosso, intatto, della Sardegna (figg. 1-4).

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Fig. 1 - Anfora attica a figure nere (Cagliari, Museo Archeologico Nazionale) (da Tronchetti 1979, p. 67)
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Fig. 2 - Anfora attica a figure nere (Cagliari, Museo Archeologico Nazionale) (da Tronchetti 1979, p. 67)
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Fig. 3 - Anfora attica a figure nere (Cagliari, Museo Archeologico Nazionale) (da Tronchetti 1979, p. 67)
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Fig. 4 - Anfora attica a figure nere. Profilo (Cagliari, Museo Archeologico Nazionale) (da Tronchetti 1979, p. 67)


L’anfora è del tipo definito "a collo distinto", intendendo con questo che il collo non si unisce al corpo con fluidità, ma è segnato alla base da un cordoncino che lo separa. Come forma è stata attribuita dallo studioso inglese Sir. John D. Beazley alla Hyblaea Class, che vede i suoi prodotti decorati assai spesso dai pittori di un’officina ateniese, fra cui spicca il cosiddetto pittore BMN, cui è stata attribuita la paternità dell’opera.

Sul lato principale è raffigurata l’uccisione del Minotauro da parte di Teseo. L’eroe tiene ferma la mano del mostro che regge una pietra, e lo spinge verso terra trafiggendolo con la spada.

Sul lato secondario si ha una raffigurazione generica di un giovane con a fianco un cavallo ed un cane, e ai lati due guerrieri armati.

Sotto le anse è rappresentata la chimera.

L’anfora, fabbricata ad Atene verso il 530-20 a.C., giunse verosimilmente a Tharros dall’Etruria, probabilmente da Vulci, dove è stato rinvenuto il maggior numero di vasi del pittore BMN, ed è una testimonianza dei rapporti fra le città puniche di Sardegna e le grandi metropoli etrusche.

 

Bibliografia

  • J. D. BEAZLEY, Attic Black-Figure Vase-Painters, Oxford 1956, p. 226.
  • C. TRONCHETTI, Contributo allo studio del commercio tharrense. Vasi attici a figure nere del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, in Melanges de l’Ecole française de Rome, 91, 1979, pp. 63-69.

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